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Palm Sunday 1983

Pope St John Paul II's Homily at Mass on Palm Sunday
St Peter's Square, 27th March 1983 - Italian & Portuguese

"1. “Benedetto colui che viene nel nome del Signore: è il re d’Israele” (Antiphona ad Introitum Dominicae in Palmis).

Sul versante del monte degli Ulivi risuonano voci simili a quelle che, una volta, furono ascoltate nei campi vicini a Betlemme: “Pace in terra e gloria nel più alto dei cieli!” (Lc 19, 38).

Le stesse voci echeggiano nell’odierna liturgia. È la Domenica delle Palme. Seguiamo nello spirito la folla che salutava Gesù, mentre egli entrava a Gerusalemme. Essa avvertiva in lui il Messia: Colui che doveva venire dalla stirpe regale di Davide per salvare Israele.

Il sentimento del Popolo dell’antica alleanza è veramente adatto in questo giorno. E perciò noi lo seguiamo nella liturgia. E anche noi proclamiamo: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.

2. Sulla prima parte della liturgia, che è processionale, se ne sovrappone una seconda. Essa parla oggi soprattutto col linguaggio del Vangelo di san Luca. Racconta gli avvenimenti dei giorni seguenti della settimana, che oggi inizia. Prima di tutto, gli avvenimenti dei giovedì e del venerdì.

Tra qualche giorno, il sublime “Osanna” si cambierà in un grido nefasto: “Crocifiggilo”. E questo grido prenderà realtà, diventerà un fatto concreto. Sull’altura del Calvario, fuori le mura di Gerusalemme, si solleverà la croce, sulla quale Gesù di Nazaret renderà la vita,

3. Il senso messianico di quel popolo, che durante l’ingresso di Gesù a Gerusalemme gridò “Osanna”, salutando il re che viene nel nome del Signore (cf. Lc 19, 38), è stato forse allora deluso? è stato indotto in errore? era forse, in sostanza, sbagliato?

No.

Il senso messianico si era soltanto fermato sulla soglia del mistero del Figlio dell’Uomo. Quest’Uomo faceva cose che nessuno prima di lui aveva compiute, ed egli parlava come uno che ha autorità, così come nessuno, prima di lui, aveva parlato (cf. Mt 7, 29). Quest’Uomo era anche discendente della stirpe di Davide. Ma non è tutto.

Chi era quest’Uomo?

4. L’Apostolo Paolo risponde con le parole della Lettera ai Filippesi; Cristo Gesù “pur essendo di natura divina, / non considerò un tesoro geloso / la sua uguaglianza con Dio; / ma spogliò se stesso, / assumendo la condizione di Servo / e divenendo simile agli uomini” (Fil 2, 6-7).

Ecco la piena verità messianica. Quindi, Gesù non era soltanto Uomo, discendente di Davide, ma Colui che esiste nella natura divina, il Figlio di Dio che assunse la condizione di servo e divenne simile agli uomini.

Questa è la piena verità messianica di Gesù Cristo. La verità, che Simone Pietro confessò, un giorno, nei pressi di Cesarea di Filippo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16).

Gli abitanti di Gerusalemme erano forse capaci di proclamare questa verità nel giorno dell’arrivo di Gesù per la festa di Pasqua? Il senso messianico li ha portati, quel giorno, a un tale punto?

5. No. E perciò era necessario che Colui, che apparve in forma umana, umiliasse se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce (cf. Fil 2, 7-8). Soltanto allora, Dio, Dio stesso, lo ha esaltato (cf. Fil 2, 9): con la morte ha meritato la sua risurrezione e la vita gloriosa.

6. Questo è avvenuto mediante il mistero pasquale. In questo mistero, il senso messianico del Popolo di Dio ha trovato il suo compimento.

Oggi ci troviamo appena alla soglia di questo mistero. La Chiesa ritorna a questa soglia ogni anno, e parte da essa verso la Settimana Santa, settimana della morte e della risurrezione di Cristo.

In virtù del mistero pasquale, essa può ripetere non soltanto: “Osanna al Figlio di Davide”, ma può proclamare che “Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2, 11). E in questa proclamazione la Chiesa non è sola.

Ecco, infatti, che nel nome di Gesù si piega ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra (cf Fil 2, 10).

Così, dunque, la Chiesa nella Domenica delle Palme ripete: “Osanna”, e guarda attraverso la Croce l’esaltazione di Cristo nella potenza di Dio stesso."

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Angelus in St Peter's Square
Palm Sunday, 27th March 1983 - in Italian, Portuguese & Spanish

"1. Pueri Hebraeorum . . .

Ecco, la gioventù del Popolo eletto con i rami d’ulivo nelle mani andò incontro a Gesù di Nazaret mentre egli veniva dalla parte del Monte Oliveto verso Gerusalemme.

Vi saluto, giovani partecipanti alla liturgia della Domenica delle Palme: ragazzi e ragazze di Roma e pellegrini di diverse parti d’Italia e del mondo. Insieme con voi grido: “Gloria e lode a te, o Cristo, re di eterna gloria”.

Alla soglia della Settimana della Passione del Signore saluto insieme con voi il Re della gloria.

2. Ecco, abbiamo iniziato l’Anno Santo della Redenzione. La liturgia della Domenica delle Palme ci ha detto come la gloria di Cristo abbia trovato il suo inizio nella Passione di Cristo.

Le acclamazioni, gli “Osanna” si sono spenti, e il simbolo della gloria è diventato la Croce sul Calvario. La Croce si trova nel cuore stesso della Redenzione. Il regno dell’eterna gloria è costruito irreversibilmente nella Croce e consolidato nella Redenzione. È il regno di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo.

A questo regno è chiamato l’uomo. Ognuno di noi. Entriamo nell’Anno Santo della Redenzione attraverso la liturgia della Domenica delle Palme. Entriamo nel nome di quella chiamata che ci viene data dalla fede in Cristo crocefisso: Gloria a te, Re dei secoli.

3. Invito gli abitanti di Roma e i pellegrini di questi giorni pasquali a partecipare alla liturgia della Settimana Santa. Ogni celebrazione liturgica appartiene al programma dell’Anno Giubilare.

Nel corso di tutto quest’anno gli incontri del mercoledì avranno pure carattere di celebrazione liturgica intessuta intorno al mistero della Redenzione. I partecipanti potranno ottenere l’indulgenza dell’Anno Giubilare ottemperando alle condizioni solite.

Tali condizioni sono:
- la confessione sacramentale, personale e integra;
- la comunione eucaristica, degnamente ricevuta;
- la preghiera secondo l’intenzione del Papa.

4. Recitando insieme l’Angelus, preghiamo Maria, che sta sotto la Croce del Figlio, perché ci ottenga di attingere abbondantemente alle grazie dell’Anno della Redenzione."