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Solemnity of the Assumption of Our Lady 1979

Pope John Paul II's homily at Holy Mass
Castel Gandolfo, Wednesday 15 August 1979 - also in French, Portuguese & Spanish

"1. Siamo sulla soglia della casa di Zaccaria, nella località di Ain-Karin. A questa casa giunge Maria, portando in sé il mistero gaudioso. Il mistero di un Dio che si e fatto uomo nel suo grembo. Maria giunge ad Elisabetta, persona che le è molto vicina, alla quale è unita da un analogo mistero; arriva per condividere con lei la propria gioia.

Sulla soglia della casa di Zaccaria la attende una benedizione, che è il seguito di ciò che ha udito dalle labbra di Gabriele “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo... E beata colei che creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42.45).

E in quell’istante dal profondo dell’intimità di Maria, dal profondo del suo silenzio, sgorga quel cantico che esprime tutta la verità del grande Mistero. È il cantico che annunzia la storia della salvezza e manifesta il cuore della Madre: “L’anima mia magnifica il Signore...” (Lc 1,46).

2. Oggi non ci troviamo più sulla soglia della casa di Zaccaria ad Ain-Karin. Ci troviamo sulla soglia dell’eternità. La vita della Madre di Cristo si è ormai conclusa sulla terra. Su di lei deve ora compiersi quella legge, che l’Apostolo Paolo proclama nella sua lettera ai Corinzi: la legge della morte vinta dalla risurrezione di Cristo. In realtà, “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti... e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine” (1Cor 15,20.22.23). In questo ordine Maria è la prima. Chi, infatti, più di lei “appartiene a Cristo”?

Ed ecco che nel momento in cui si adempie in lei la legge della morte, vinta dalla risurrezione del suo figlio, sgorga di nuovo dal cuore di Maria il cantico, che è cantico di salvezza e di grazia: il cantico dell’assunzione al cielo. La Chiesa rimette sulla bocca dell’Assunta, Madre di Dio, il “Magnificat”.

3. Di quale nuova verità risuonano queste nuove parole, che un giorno Maria ha pronunciato durante la visita ad Elisabetta: “Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore... / Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,47.49).

Le ha fatte sin dall’inizio. Dal momento del suo concepimento nel seno di sua madre, Anna, quando, avendola scelta come Madre del proprio figlio, l’ha liberata dal giogo dell’eredità del peccato originale. E poi, lungo gli anni della fanciullezza quando l’ha chiamata totalmente a sé, al suo servizio, come la sposa del Cantico dei Cantici. E poi: attraverso l’Annunciazione, a Nazaret, e attraverso la notte di Betlemme, e attraverso i trenta anni della vita nascosta nella casa di Nazaret. E successivamente mediante le esperienze degli anni di insegnamento del suo Figlio-Cristo, e le orribili sofferenze della sua croce, e l’aurora della risurrezione...

Davvero, “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Lc 1,49).

In questo istante si compie l’ultimo atto nella dimensione terrestre, atto che è contemporaneamente il primo nella dimensione celeste. Nel seno dell’eternità.

Maria glorifica Iddio consapevole che a causa della sua grazia l’avrebbero glorificata tutte le generazioni perché “la sua misericordia si stende su quelli che lo temono” (Lc 1,50).

4. Anche noi, carissimi Fratelli e Sorelle, lodiamo insieme Dio per tutto ciò che egli ha fatto per l’umile Serva del Signore. Lo glorifichiamo, gli rendiamo grazie. Ravviviamo la nostra fiducia e la nostra speranza, attingendo l’ispirazione da questa meravigliosa festa mariana.

Nelle parole del “Magnificat” si manifesta tutto il cuore della nostra Madre. Esse sono oggi il suo testamento spirituale. Ognuno di noi deve guardare la propria vita, la storia dell’uomo in un certo modo con gli occhi di Maria. A questo proposito sono molto belle le parole di Sant’Ambrogio (S. Ambrogio, Exp. Ev. sec. Lucam, II, 26), che mi piace oggi ripetere a voi: “Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; e, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo: ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio”.

E inoltre, care Sorelle e Fratelli, non dovremmo forse anche noi ripetere come Maria: grandi cose ha fatto in me? Perché ciò che ha fatto in lei, lo ha fatto per noi, e lo ha fatto quindi anche a noi. Per noi si è fatto uomo, a noi ha portato la grazia e la verità. Di noi fa dei figli di Dio e degli eredi del cielo.

Le parole di Maria ci danno una nuova visuale della vita. Visuale di una fede perseverante e coerente, fede che è la luce della vita quotidiana. Di quei giorni alle volte tranquilli, ma spesso tempestosi e difficili. Fede che rischiara, infine, le tenebre della morte di ciascuno di noi.

Questo sguardo sulla vita e sulla morte sia il frutto della festa dell’Assunzione.

5. Sono felice di poter vivere insieme con voi, a Castel Gandolfo, questa festa, parlando della gioia di Maria e proclamando la sua gloria a tutti coloro ai quali è caro e familiare il nome della Madre di Dio e degli uomini."

Papa San Giovanni Paolo II all'Angelus
Festa dell'Assunzione di Maria in cielo
Castel Gandolfo, mercoledì 15 agosto 1979 - also in FrenchItalian, Portuguese & Spanish

"1. Desidero oggi insieme con tutti voi recitare l’“Angelus Domini”: questa preghiera di Nazaret, la preghiera dell’Annunciazione.

La recitiamo nel giorno dell’Assunzione in cielo di Maria. L’annunciazione risuona oggi in questa preghiera come accordo finale. È questo un accordo di glorificazione, che si aggiunge a tutti i misteri della vita terrena della Madre di Dio: misteri gaudiosi e dolorosi. La stessa Assunzione in cielo della Madre completa i misteri gloriosi del suo Figlio: la risurrezione e l’ascensione al cielo. Seguendo le orme di Colui che è risorto ed è salito al cielo, Maria, sua Madre, è assunta in cielo e incoronata di quella gloria che si addice alla Madre di Dio.

Desidero anche, oggi, qui da Castel Gandolfo rivolgere lo sguardo, insieme con voi, verso Colei che il grande Paolo VI additava come “segno grande” e, con spirito profetico, chiamava; “Inizio di un mondo migliore”.

Per quanto il mondo possa gravare su di noi, per quanto possa racchiudere in sé di male, di peccato, di sofferenza, lo sguardo della fede, fissato sulla Madre di Dio, riscopre sempre in esso l’“Inizio di un mondo migliore”. È questo il frutto particolare della festa dell’Assunzione di Maria in cielo.

2. Come sapete, negli ultimi giorni di settembre e nei primi di ottobre, mi recherò in Irlanda, e poi alla Sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, e negli Stati Uniti d’America. Sono nuove tappe del mio programma apostolico che ho intrapreso come Supremo Pastore della Santa Chiesa. Desidero raccomandare fin d’ora a Maria Assunta in cielo, Madre della Chiesa, questo viaggio, affinché, con la sua materna protezione, esso possa segnare lieti e durevoli passi sulla via della carità, della giustizia, della pace.

3. Un pensiero beneaugurante rivolgo a quanti trascorrono, in meritato riposo, il tradizionale periodo di ferie di questi giorni di agosto, detto appunto ferragosto. Auguro di cuore che questa vacanza dalle quotidiane assillanti preoccupazioni del lavoro sia per tutti occasione quanto mai propizia per essere più a contatto con la natura, scrigno delle ineffabili bellezze di Dio creatore, e generosa dispensatrice, al mare o ai monti, di ritemprato benessere fisico. Ma soprattutto mi è caro auspicare che alle rinnovate energie del corpo sia strettamente congiunto l’arricchimento dello spirito, che, dalla contemplazione di tante meraviglie, più facilmente può unirsi a Colui che ne è la fonte e il principio increato.

Né posso dimenticare coloro ai quali la mancanza di beni materiali non consente una pur meritata vacanza fuori della propria casa, anche se sono bisognosi, e forse più degli altri, di assistenza e di cure. A questi fratelli e sorelle va la mia particolare parola di conforto e di paterna comprensione: la loro umile accettazione del disagio si converte in incremento spirituale per loro stessi e per il bene della Chiesa intera.

La Madonna assunta in cielo assista tutti con la ineffabile generosità di cui solo è capace la Madre di Dio."


Subito dopo il Santo Padre rievoca la figura del Cardinale Wright con il seguente discorso:

"Non posso non ricordare a voi, qui presenti, che prendete coscientemente parte ai fatti della Chiesa universale, la bella figura del Cardinale John Joseph Wright, Prefetto della Sacra Congregazione per il Clero, che il Signore ha chiamato a sé venerdì scorso, 10 agosto. Egli ha coronato con una santa morte una esistenza tutta spesa per Cristo e per la Chiesa: come sacerdote, come Vescovo negli Stati Uniti d’America, come Cardinale preposto a un importante Dicastero, egli si è mantenuto fedele al suo motto: “Resonare Christum corde Romano”. Il che dice tutto della sua vita. Effettivamente, il Cardinale Wright è stato una voce sicura che ha predicato nostro Signore con una fedeltà, una dirittura che nascevano dal suo connaturato “sensus Ecclesiae”.

Il Cardinale Wright si è fatto sempre amare da quanti lo hanno conosciuto, perché nascondeva sotto la bonomia del carattere una chiarezza di idee, e una bontà e dolcezza singolari. Noi tutti confidiamo che il Signore gli abbia riserbato la sorte dei giusti; e per questo preghiamo, affidando la sua anima immortale alla materna intercessione della Vergine Assunta in cielo.

È sempre una gioia accogliere visitatori provenienti dal Giappone. E oggi rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di Kyoto. Prego perché la nostra Santissima Madre interceda per voi durante la vostra permanenza a Roma, e perché voi siate confermati nella vostra fede in Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Portate i miei saluti alla vostre famiglie e a tutti i vostri fratelli del vostro paese. Dio benedica il Giappone!

Desidero ora salutare con affetto particolare i pellegrini del Venezuela. A tutti il mio cordiale saluto di benvenuto, mentre vi esorto nella festività dell’Assunzione, ad amare sempre la Vergine, ad essere sempre più coscienti della vostra vocazione cristiana ed a essere testimoni autentici di fede ecclesiale nei vostri rispettivi ambienti di lavoro. Vi do di cuore la mia speciale Benedizione, che estendo ai vostri cari e a tutti i presenti di lingua spagnola.

IT IS ALWAYS a joy to greet visitors from Japan. And today I extend a cordial welcome to the pilgrims from Kyoto. I pray that our Blessed Mother will intercede for you during your stay in Rome, and that you will be confirmed in your faith in our Lord and Saviour Jesus Christ. Take back my greetings to your families and to all your fellow-countrymen. God bless Japan!

QUIERO SALUDAR ahora con afecto particular a los peregrinos de Venezuela. A todos mi más cordial saludo de bienvenida, mientras os exhorto en la festividad de la Asunción a amar siempre a la Virgen, a ser cada vez más conscientes de vuestra vocación cristiana y a ser testigos auténticos de fidelidad eclesial en vuestros respectivos ambientes de trabajo.

Os doy de todo corazón mi especial Bendición, que extiendo a vuestros seres queridos y a todos los aquí presentes de lengua española. "