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Feast of the Baptism of the Lord 1983

Pope St John Paul II's Homily at Holy Mass
+ administration of the Sacrament of Baptism in the Sistine Chapel
Sunday 9 January 1983 - in Italian

"“Tu sei il mio Figlio prediletto; in Te mi sono compiaciuto”.

1. In questa domenica dopo l’Epifania, carissimi genitori, padrini e madrine, la Chiesa celebra nella Liturgia la solennità del Battesimo del Signore e io sono lieto di accogliervi in questa Cappella per conferire il Battesimo ai vostri bambini. Questa cerimonia ha per me un grande valore, perché vuole significare, in modo semplice ma toccante, che la Chiesa vive ed agisce unicamente in funzione della salvezza eterna dell’umanità e nella prospettiva di donare agli uomini la “grazia”, cioè la vita divina, che Gesù, il Verbo Incarnato, è venuto a portare sulla terra, nascendo a Betlemme e morendo sul Calvario.

Porgo a voi e ai vostri bambini il mio saluto più affettuoso e, mediante la vostra presenza, desidero salutare anche tutti i genitori, i padrini e le madrine, che oggi portano i loro bambini alla Chiesa nelle rispettive parrocchie per essere battezzati.

2. La cerimonia, che in questa tipica domenica del ciclo liturgico stiamo per svolgere, richiama alla nostra mente alcune verità di essenziale importanza nella dottrina cristiana.

Prima di tutto ricorda l’episodio – letto nel Vangelo odierno – del Battesimo di Gesù, che volle inserirsi, come penitente, tra i seguaci di Giovanni Battista per ricevere da lui il battesimo di acqua. Tale rito era un segno di penitenza; ma Gesù volle assoggettarvisi, per dimostrare apertamente che egli accoglieva il messaggio religioso del popolo d’Israele, espresso in modo conclusivo dall’ultimo dei Profeti. Da Abramo a Mosè, a Elia, a Isaia, attraverso tutti i Profeti, fino a Giovanni Battista, lungo la misteriosa e drammatica “storia della salvezza” la “parola di Dio” aveva camminato con il popolo ebraico, fino a sfociare nell’arcana voce dal cielo che su Gesù, battezzato da Giovanni, diceva: “Tu sei il mio Figlio prediletto; in te mi sono compiaciuto” (Lc 3, 22). In Gesù, il Messia atteso dal popolo eletto, avveniva il passaggio definitivo dall’Antico al Nuovo Testamento e Giovanni Battista ne era l’austero e illuminato testimone.

Ma l’odierna Liturgia vuole insieme e soprattutto sottolineare il valore del nuovo Battesimo, istituito da Gesù. Giovanni Battista, annunziando la venuta del Messia, diceva: “Viene uno che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Gesù, iniziando la nuova “economia” della salvezza, dice agli Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate e ammaestrate tutte le Nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 18-19). Questo è il nuovo e definitivo Battesimo, che elimina dall’anima il “peccato originale”, inerente alla natura umana decaduta per il rifiuto di amore delle prime due creature razionali, e ridona all’anima la “grazia santificante”, e cioè la partecipazione alla stessa vita della Santissima Trinità. Tutte le volte che si conferisce il Battesimo avviene un fatto strepitoso e meraviglioso; il rito è semplice, ma il significato è sublime! Il fuoco dell’amore creatore e redentore di Dio brucia il peccato e lo distrugge e prende possesso dell’anima, che diventa abitazione dell’Altissimo! L’Evangelista san Giovanni afferma che Gesù ci ha dato il potere di diventare figli di Dio, perché da Dio siamo stati generati (cf. Gv 1, 12-13); e san Paolo parla ripetutamente della nostra grandezza e della nostra dignità di membra del Corpo di Cristo (Col 2, 19; Ef 3, 11. 17. 19-22; 4, 12).

3. Il Battesimo è dono soprannaturale, trasformazione radicale della natura umana, inserimento dell’anima nella vita stessa di Dio, realizzazione concreta e personale della Redenzione, perciò impegna conseguentemente il battezzato a vivere in modo nuovo, e cioè alla sequela di Cristo. Non è mai stato facile vivere da cristiani e tanto meno lo è nella società moderna. La Chiesa è lieta di accogliere questi fanciulli neo-battezzati; ma vuole che i genitori, i padrini e le madrine, e anche tutta la comunità, si assumano i gravi doveri del buon esempio, del retto insegnamento e dell’autentica formazione cristiana, in modo che il bambino nello sviluppo graduale della sua esistenza sia fedele ai suoi impegni battesimali.

4. Sant’Agostino, ricordando nelle Confessioni l’episodio del suo Battesimo, scrive: “In quei giorni, tutto pieno di straordinaria dolcezza, non mi saziavo di considerare la profondità del tuo consiglio per la salvezza del genere umano” (S. Agostino, Confessiones, IX, cap. VI). Questa immensa gioia interiore io auguro di cuore anche a voi e ai vostri bambini, ora e per sempre, mentre invoco la propiziatrice intercessione di Maria santissima, affinché per suo aiuto la luce e il candore del Battesimo, che questi piccoli ora ricevono, risplendano in essi per tutta la vita."

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Angelus
- in Italian, Portuguese & Spanish

"1. “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc 3, 22).

Oggi ascoltiamo nella Liturgia queste parole, che sono state udite nella regione del Giordano nel momento in cui Cristo ricevette il Battesimo dalle mani di Giovanni.

Si sa che il Battesimo amministrato da Giovanni era “un battesimo di conversione” (Mc 1, 4).

Quando “Gesù dalla Galilea andò al Giordano . . . per farsi battezzare” (Mt 3, 13), “Giovanni voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”” (Mt 3, 14-15).

E Giovanni lo battezzò.

2. Con la solennità del Battesimo del Signore, la Liturgia conclude il periodo del Natale e quello dell’Epifania del Signore.

La Liturgia è concisa.

Ancora poco tempo fa, ci siamo rallegrati per la venuta al mondo del Figlio di Dio nella notte di Betlemme, e, appena pochi giorni or sono, per la venuta dei Magi dall’Oriente. Oggi guardiamo a quegli avvenimenti dalla prospettiva dei “circa trent’anni” (Lc 2, 23) di Gesù. E anche se ritorneremo ancora al periodo dell’infanzia nella festa della Presentazione del Signore, già oggi questa prospettiva rimane tuttavia, in un certo senso, chiusa.

Lasciamo velocemente il periodo della vita nascosta a Betlemme, in Egitto e a Nazaret, per trovarci alla soglia dell’attività messianica e pubblica del Redentore.

Proprio in questo momento, in cui Giovanni sulle sponde del Giordano indica “l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (cf. Gv 1, 29), la voce dall’alto riconferma la divina figliolanza di Cristo.

In questo modo, ci troviamo contemporaneamente al centro stesso dell’Epifania. L’Epifania infatti è la manifestazione del Figlio, della stessa sostanza del Padre, in Gesù Cristo nato dalla Vergine Maria nella notte di Betlemme.

3. Ricordo oggi i Vescovi della Repubblica dello Zimbabwe, venuti quest’anno in visita “ad limina Apostolorum”. Si tratta di 7 Vescovi, che rappresentano una comunità cattolica pari a quasi il 10 per cento della popolazione di quel Paese, della quale peraltro il 58% professa la fede cristiana.

Nonostante le difficoltà connesse ai fatti bellici degli ultimi anni, la Chiesa dello Zimbabwe è viva e dinamica, e svolge un’intensa attività sia nel campo educativo che in quello assistenziale, oltre che nello specifico compito di evangelizzazione.

I Vescovi sono coadiuvati a vari livelli da sacerdoti diocesani e religiosi, suore, catechisti e anche missionari laici, mentre in tre Seminari si preparano i futuri responsabili di quella Chiesa.

Preghiamo il Signore perché la Chiesa dello Zimbabwe cresca sempre più in estensione e ancor più nella profondità della fede, dell’amore e della speranza, e perché egli non le lasci mai mancare persone generose al suo servizio.

Celebrazione della “Giornata del Seminario di Roma” 

Si celebra oggi la Giornata del Seminario di Roma. Come Vescovo di questa città che per il carattere unico al mondo e per i suoi molteplici problemi spirituali che l’attraversano, è impegnata in una sempre crescente opera pastorale, sento il dovere urgente di attirare l’attenzione di tutti i cristiani romani sulla importanza delle iniziative che il Vicariato intende promuovere, in questo anno 1983, al fine di incrementare l’opera delle vocazioni sacerdotali.

È necessario che tutti i fedeli prendano sempre più chiara e responsabile coscienza di questo problema ecclesiale offrendo sia il loro contributo spirituale, fatto di preghiera e di sacrifici, sia il loro sostegno materiale. È superfluo dire che il ruolo della famiglia è fondamentale: essa infatti, se ispirata da profondo spirito di fede, costituisce il primo Seminario, entro cui germogliano e crescono fino alla piena maturità i teneri virgulti destinati al Sacerdozio.

La Vergine Santissima, invocata nei due Seminari romani, il Maggiore e il Minore, sotto i titoli di Madonna della Fiducia e della Perseveranza, susciti numerose vocazioni e ne protegga il cammino verso l’altare!"

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