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Feast of the Baptism of the Lord 1990

Pope St John Paul II's Homily at Holy Mass
+ administration of the Sacrament of Baptism in the Sistine Chapel
Sunday 7 January 1990 - in Italian

"“Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17).

1. Dopo aver celebrato ieri, carissimi fratelli e sorelle, la solennità dell’Epifania, ci ritroviamo oggi, in questa prima domenica del nuovo anno, per la festa del Battesimo di Gesù nel Giordano. Con quest’evento si inaugura la missione pubblica del Messia, che a tutti si manifesta come “il Figlio prediletto del Padre” da ascoltare, da accogliere, da seguire. Gesù resta con noi, in ciascuno di noi, come nostro Salvatore. La sua salvezza ci giunge per mezzo della fede e della grazia del Battesimo, sacramento fontale della Chiesa.

In questo contesto liturgico oggi è per me, come ogni anno, rinnovata occasione di gioia accogliere voi, genitori, padrini e madrine, per il Battesimo di questi bambini, originari di diverse regioni d’Europa. Ed è anche circostanza provvidenziale che ci fa riflettere sul sacramento del Battesimo, la porta per la quale siamo entrati a pieno titolo nella comunità ecclesiale.

La Chiesa ha infatti coscienza che la sua missione profetica, sacerdotale e regale ha origine dal Battesimo: da esso prende forza il compito di testimoniare e diffondere a tutti gli uomini, raggiunti dal suo annuncio missionario, la salvezza operata da Cristo, “Figlio prediletto del Padre”. Col Battesimo il cristiano accoglie il Salvatore e, in virtù dell’acqua e dello Spirito, cammina sulla strada dell’amore di Dio, essendo stato rinnovato profondamente a immagine di Colui che s’è manifestato nella nostra carne mortale.

2. Cari fratelli e sorelle, non dimenticate mai il dono ricevuto e l’alta missione a voi affidata il giorno del vostro Battesimo. Non dimenticatelo soprattutto voi, genitori, padrini e madrine di questi bambini, chiamati dalla bontà del Padre celeste a partecipare dell’eredità immarcescibile dei redenti.

In voi, queste tenere creature, rinnovate dalla forza dello Spirito, possano sempre incontrare testimoni coraggiosi e veri “padri” nell’itinerario della vita cristiana. L’acqua del Battesimo li libera oggi dalla schiavitù del peccato originale e li introduce nella pienezza della vita di Dio, manifestata in Gesù Cristo e da lui comunicata alla sua Chiesa attraverso il mistero della sua morte e risurrezione. Proprio perché inseriti nella Chiesa, questi bambini diventano membra vive del corpo stesso di Cristo, nostri fratelli nella fede, coeredi con noi della salvezza e compartecipi sin da questo momento della nostra comune missione del mondo.

3. La liturgia odierna, presentandoci la teofonia del Giordano, ci mostra il Messia come colui che ridona la vista ai ciechi e la libertà ai prigionieri. In questa occasione il Padre proclama solennemente Gesù come il suo “Figlio prediletto” e sancisce così il passaggio definitivo dall’Antico al Nuovo Testamento: dal battesimo di Giovanni - segno di penitenza e di conversione in attesa del compimento delle promesse messianiche - al Battesimo di Gesù, in “Spirito e fuoco” (Lc 3, 16). Quindi è lo Spirito Santo l’artefice del Battesimo dei cristiani: di noi stessi, come tra poco di questi bambini. È lui che fa risuonare nel nostro spirito la Parola rivelatrice del Padre: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.

È lui, lo Spirito Santo, che apre gli occhi del cuore alla Verità, a tutta la Verità. È lui, lo Spirito Santo, che spinge la nostra vita sul sentiero rinnovato della carità. È lui, lo Spirito Santo, il dono straordinario e incommensurabile che il Padre fa a ciascuno di questi neobattezzandi. È lui, lo Spirito Santo, che ci riconcilia con la tenerezza del perdono divino e ci pervade totalmente con la forza della verità e dell’amore.

4. Cari fratelli e sorelle, l’odierna celebrazione, che è sovrabbondante effusione di Spirito Santo, deve dunque riempirci di gioia spirituale e spingerci a un rinnovato impegno di vita cristiana. In effetti, il Battesimo è vita da trasmettere, luce da comunicare. Ribadiamo pertanto la nostra fedele adesione a Gesù, unico Salvatore che oggi si manifesta nella pienezza della sua missione messianica. “Concedi, o Padre, a noi tuoi fedeli - così preghiamo nell’orazione dopo la comunione - di ascoltare come discepoli il Cristo, per chiamarci ad essere realmente tuoi figli”.

Maria, Madre del Salvatore, accompagni i passi della nostra vita cristiana sul sentiero della Verità e dell’Amore e ottenga a questi bambini, ai genitori, ai padrini e alle madrine, il dono della perseveranza e della fedeltà."

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Angelus
- in Italian & Spanish

"Carissimi fratelli e sorelle!
1. La liturgia ricorda il battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Fu un battesimo unico, eccezionale; con esso il Salvatore volle mostrarsi come uno di noi, bisognosi di conversione, e preannunciare così la remissione universale dei peccati, ch'egli veniva a compiere.

Secondo i racconti evangelici, il cielo si aprì allora per la discesa dello Spirito Santo su Gesù, in vista del compimento della sua missione. L'evento assume tutto il suo significato nella proclamazione della filiazione divina da parte del Padre: "Tu sei il mio Figlio prediletto; in te mi sono compiaciuto".

2. Pur essendo diverso dal sacramento successivamente istituito dal Figlio di Dio, tale evento costituisce una prefigurazione del rito battesimale, in virtù del quale l'uomo rinasce alla vita cristiana. Esso c'invita, perciò, a pensare al nostro battesimo e a cogliere tutto il valore di questo rito che, conferendoci la grazia del Salvatore, ci ha fatti entrare nella Chiesa. Al momento del battesimo siamo stati segnati da un "carattere", da un "sigillo", che ha stabilito in modo definitivo la nostra appartenenza a Cristo, dandoci una personale consacrazione, principio dello sviluppo della vita divina in noi. Tale consacrazione fonda il sacerdozio comune di tutti i cristiani, cioè il sacerdozio universale dei fedeli che tende a esprimersi nei vari gesti della liturgia, della preghiera e dell'azione.

Pensando al battesimo che abbiamo ricevuto, non possiamo fare a meno di ringraziare il Cristo, che ha voluto prendere possesso del nostro essere e santificare tutta la nostra vita. Dobbiamo anche ringraziare lo Spirito Santo per i numerosi doni con i quali, dal momento del nostro battesimo, ha arricchito la nostra esistenza cristiana.

3. Il battesimo ci fa pure apprezzare il valore del sacerdozio ministeriale: il sacerdote è il ministro ordinario del battesimo. Infatti Cristo ha affidato agli apostoli la missione di battezzare: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28, 19).

Tutti noi, anche se forse non abbiamo mai conosciuto chi ci ha battezzati, non possiamo dimenticare che un sacerdote ha compiuto per noi, in nome di Cristo, questo gesto essenziale.

La nostra attenzione è così condotta verso il tema del prossimo Sinodo: la formazione sacerdotale. Tale formazione deve tendere a fare del sacerdote un buon amministratore dei sacramenti, a cominciare dal battesimo. E' importante che il battesimo sia pastoralmente ben preparato. Quando si tratta del battesimo di un adulto, l'apposito cammino del catecumenato impegna il candidato in un tirocinio di fede. Per il battesimo di un bambino è tutta la famiglia che viene chiamata a impegnarsi nella preparazione dell'avvenimento mediante un approfondimento della propria fede e una più consapevole assunzione delle proprie responsabilità.

Preghiamo la Vergine Maria affinché il Sinodo contribuisca, con le sue direttive, alla formazione di sacerdoti che sappiano svolgere, con animo di pastori e intenso spirito di fede, la missione di battezzare.

Alle Chiese Orientali

Rivolgo ora un cordiale saluto alle Chiese Orientali che, seguendo il calendario Giuliano, celebrano oggi il Natale del Signore. Spiritualmente unito in comunione di preghiera, partecipo alla loro gioia per la nascita nel tempo dell'eterno Figlio di Dio, il quale "da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per la sua povertà" (2 Cor 8, 9). A tutti i cari fedeli di quelle Chiese vada il più vivo augurio di pace e di spirituale progresso nella grazia del Signore.
."

 

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